VITERBO - Lo avevamo promesso: l'Università della Tuscia non sarebbe stata lasciata sola.
Nel testo finale della proposta di legge 217/2025, approvata dal Consiglio regionale, è stato inserito lo stanziamento di 3 milioni di euro destinati al ripristino e alla riqualificazione dei laboratori del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università della Tuscia, gravemente danneggiati dal rogo del 4 giugno scorso.
Un risultato importante, frutto di un'attenzione concreta al territorio che, nelle scorse settimane, si era già tradotta nella presentazione da parte del gruppo PD di un emendamento da un milione di euro, poi ritirato per convergere su un intervento più incisivo e condiviso. I 3 milioni di euro previsti nel testo finale, attraverso un emendamento firmato in modo congiunto dal consiglio regionale, rappresentano un traguardo significativo, in linea con il solco tracciato dalla nostra proposta iniziale.
Il contributo, suddiviso tra il 2025 e il 2027, è finalizzato anche all'acquisto di attrezzature scientifiche, strumentazioni tecnologiche, dotazioni necessarie alle attività e alla realizzazione di interventi infrastrutturali. Una risposta tempestiva ed efficace e un sostegno concreto a un polo di eccellenza colpito al cuore, fondamentale per lo sviluppo della Tuscia.
Un altro atto che dà senso e profondità all'impegno delle istituzioni è lo stanziamento di 2,1 milioni di euro a favore delle popolazioni di Gaza e Cisgiordania, destinato a interventi di emergenza e progetti di assistenza umanitaria. Un segnale forte, scaturito da un emendamento presentato dalle opposizioni a cui è stato dato seguito dalla Giunta e dal presidente Rocca.
Di fronte all'orrore di una guerra che ha superato ogni limite, allo sterminio per fame, alla distruzione sistematica di vite umane, infrastrutture e speranze, nessuno e men che meno le istituzioni, può restare in silenzio. È nostro dovere, come rappresentanti delle comunità democratiche, ribellarci alla logica della cinica persecuzione di un popolo ridotto allo stremo. Non si tratta solo di solidarietà, ma di giustizia, umanità, memoria storica. Questo gesto rappresenta un monito e un appello a tutte le istituzioni: non voltarsi dall'altra parte, non restare inermi.